Ogni secondo nel mondo vengono buttati via quasi 12mila pasti. Un numero scioccante che evidenzia quanto il problema dello spreco alimentare sia ancora una piaga enorme. Secondo i dati della FAO, tutto il cibo sprecato ogni anno potrebbe sfamare 1,26 miliardi di persone. In Italia, ogni cittadino spreca in media 130 euro di cibo all’anno, pari a oltre 88 grammi al giorno. E se pensiamo che ogni settimana gettiamo 24,3 grammi di frutta, 21,2 grammi di pane e 20,5 grammi di verdure, il quadro è ancora più preoccupante.
L'Impatto dello Spreco
Il valore del cibo perso o gettato sfiora i 4.500 miliardi di dollari l’anno a livello globale. Questo significa non solo un danno economico, ma anche un impatto devastante sull’ambiente: produzione, trasporto e smaltimento del cibo sprecato contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2 e al consumo di risorse naturali. Purtroppo, la maggior parte dello spreco avviene proprio nelle case e nella fase finale della filiera alimentare, con un aumento del 13% rispetto all'anno precedente. Se non cambiamo rotta, entro il 2033 potremmo perdere ulteriori 230 milioni di tonnellate di cibo.
Perché Sprechiamo Così Tanto?
Tra le principali cause dello spreco alimentare domestico ci sono la cattiva gestione degli acquisti, la confusione tra “data di scadenza” e “TMC (Termine Minimo di Conservazione)”, la scarsa pianificazione dei pasti e la difficoltà di conservare correttamente gli alimenti. Durante la pandemia avevamo imparato a gestire meglio il cibo, ma ora molte di quelle buone abitudini sono state dimenticate.
Cosa Possiamo Fare?
L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ha fissato un obiettivo chiaro: dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030. Per farlo, è fondamentale adottare abitudini più responsabili:
- Pianificare la spesa: acquistare solo ciò che serve ed evitare acquisti impulsivi.
- Conservare meglio il cibo: usare contenitori ermetici, congelare gli avanzi e organizzare il frigo in modo strategico.
- Capire le etichette: il TMC indica che un prodotto può essere consumato anche dopo la data riportata, a differenza della vera scadenza.
- Riutilizzare gli avanzi: trasformare il pane secco in pangrattato o le verdure in zuppe e vellutate.
- Donare il cibo in eccesso: esistono molte associazioni che recuperano alimenti per chi ne ha bisogno.
Un Futuro Senza Sprechi? Dipende da Noi!
Secondo Maria Chiara Gadda, promotrice della legge Antispreco del 2016, è necessario potenziare le campagne di educazione per sensibilizzare i cittadini su questo tema. Serve una maggiore attenzione alle modalità di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari, evitando che il cibo ancora buono finisca nella spazzatura.
La sfida è aperta: entro il 2025 dobbiamo ridurre lo spreco settimanale di almeno 50 grammi a testa per raggiungere il traguardo dell’Agenda ONU. Non si tratta solo di una questione economica o ambientale, ma di una responsabilità etica. Sprecare meno cibo significa aiutare il pianeta e le persone in difficoltà. E tu, sei pronto a fare la tua parte?
05/02/2025
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