Che la nostra bella Italia non sia un paese per giovani è arci noto ma mentre cresce il disagio giovanile in molti pontificano ma restano totalmente inermi a guardare. Il motore del nostro paese dovrebbe essere rappresentato da giovani e giovanissimi che dovrebbero stimolare gli adulti a nuove avventure, nuove decisioni con lo sguardo "dritto" verso il futuro ( tanto per citare Pierangelo Bertoli). Di tutto questo oggi meno che nulla. Se parentopoli e amicopoli sono divenuti un "pregio" anche della politica di destra, governi e governi che si sono succeduti hanno creduto che lavorare con e per i giovani sia "quasi" se non "del tutto "una perdita di tempo. Poche le riforme, tante le parole! Molti hanno sperato con l'arrivo del governo Meloni di un vero cambio di rotta che fino ad ora non è esistito, anzi. Emblematica in questo senso, l'annullamento nello sport della norma dei plurimandati dei presidenti federali che è stata prontamente abrogata e quindi concede ai soliti "patronati" di restare fermi sulle solite posizioni anno dopo anno dopo anno. Ma non era il momento del cambio e del potere ai giovani manager?
Se questo paese volete che cambi, tutto deve restare uguale, questo è vero forse verissimo.
E' così mentre i nostri giovani scappano all'estero, quelli che rimangono divengono depressi e logori, così come si evince dal crescente numero di ragazzi under 18 in terapia da psicologi e psichiatri.
In sintesi cambiano i ballerini ma la musica resta sempre la stessa, a quando un vero cambiamento in questo nostro assurdo bel paese?? Restiamo a guardare ma sempre con meno fiducia.
25/03/2023
Inserisci un commento