Ieri alle 16,58 Palermo si è fermata, è calato il silenzio in ricordo della terribile strage avvenuta in Via Damelio dove persero la vita Paolo Borsellino, Agostino Catalano, la solare Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Sono trascorsi 30 anni dall’attentato al magistrato antimafia Paolo Borsellino e ancora dopo questo lungo tempo sono ancora tante le ombre e i misteri di cosa sia realmente accaduto dopo la terribile esplosione che portò via il magistrato e la sua scorta. Il mistero più grande è quello intorno alla ormai tristemente famosa “agenda rossa”, in cui borsellino appuntava tutto sul suo lavoro misteriosamente svanita nel nulla e mai più ritrovata.
Era il 19 luglio 1992 e a distanza di trent’anni il ricordo di quel pomeriggio è vivo più che mai, da nord a sud, con manifestazioni, dibattiti, mostre, spettacoli teatrali, fiaccolate. Ma è a Palermo che viene rivolto lo sguardo di tutti.
Ed è a Palermo che sono state Alzate al cielo tante agende rosse, simbolo della verità e della giustizia negate, ancora oggi specie dopo la delusione della recente sentenza a Caltanissetta che ha disposto la prescrizione per due poliziotti e l’assoluzione di un terzo, tutti e tre accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio.
Una tromba suona le note del Silenzio, rotto da un grande applauso dalla strada che è stata vietata da Salvatore Borsellino e dalle Agende rosse alle passerelle politiche e alla retorica della memoria
Nei cuori di tutti il ricordo di un uomo, con la sua squadra che hanno perso la vita lottando e credendo nella possibilità di poter combattere il “cancro” della mafia e negli sguardi di tutti la consapevolezza che occorre lottare ancora e di più per ottenere verità e giustizia dopo tre decenni su questa strage.
20/07/2022
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