Dopo la morte di Mahsa Amini in un carcere di Teheran lo scorso 16 settembre, dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per avere indossato in maniera scorretta il velo, continuano in tutto il Paese le proteste.
Le manifestazioni di protesta, partite dalle donne ma a cui si sono uniti anche gli uomini, iniziate nelle università si sono poi spostate anche nelle scuole superiori e in alcune piazze, dove si protesta contro il regime teocratico iraniano, conservatore e profondamente autoritario.
Le donne simbolicamente hanno tolto il loro hijab, il velo islamico, sventolandolo e intonando cori molto espliciti inneggiando alla libertà e rischiando sulla loro pelle poiché il loro dissenso non è tollerato e la repressione del regime può essere feroce e lo abbiamo purtroppo già visto col susseguirsi di arresti e perfino con nuove vittime per mano della polizia iraniana
Ad aiutare la protesta dilagante sui territori del Paese i video sui social che raccolgono queste proteste e mostrano cose che i giornalisti internazionali fanno fatica a seguire, in un paese in cui la libertà di stampa è praticamente nulla.
Uno degli slogan più urlati, simbolo della protesta è quello di «donna, vita, libertà», che sta facendo eco in tutto il mondo, nonostante i vani tentativi da parte del governo iraniano di censura e il vano tentativo di oscurare vari social dal Paese
Sono dei fatti «eccezionali» , paragonabili ad una nuova “primavera araba” a cui è difficile dire se avranno qualche conseguenza sul regime o sulle rigide regole imposte dal clero sciita soprattutto alle donne, ma di certo stanno muovendo le coscienze di uomini e donne e non solo nel Paese ma anche a livello internazionale.
Noi siamo sempre e comunque al fianco di chi inneggia alla libertà e gridiamo con loro “«donna, vita, libertà»!
06/10/2022
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