L’alpinismo, se praticato ad alta quota, è considerato tra gli sport più estremi in assoluto, anche a causa dell’elevata difficoltà di dover sopperire alla mancanza di ossigeno.
Tanti sono gli alpinisti che hanno tentato imprese fuori dal comune, raggiungendo le cime più pericolose della Terra e fra questi, nelle scorse ore, è arrivata la notizia dell’impavida arrampicata di un ingegnere siciliano che, dopo mesi di preparazione, a fine marzo è partito alla conquista dell’Himalaya, in Nepal.
Guglielmo Venticinque, dopo aver scalato il Kilimangiaro, nella notte del 7 aprile è riuscito a piantare la bandiera italiana sull’Imja Tse, anche nota come Island Peak, raggiungendo 6.189 metri di quota.
L’impresa, che in passato era considerata mediamente impegnativa, è risultata ancor più eccezionale a causa dei cambiamenti climatici che hanno modificando la morfologia dei ghiacciai.
‘Gulli’, il soprannome del quarantatreenne, ha dichiarato: “L’Imja Tse è stata l’impresa delle imprese, che non dimenticherò mai. Mi ha posto davanti a rischi che non so se vorrò più prendere in futuro. Per me l’alpinismo è un hobby e non voglio mettere a repentaglio la vita”.
11/04/2023
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