Il Presidente FIGC Gabriele Gravina si affida a Luciano Spalletti per la panchina della nazionale di calcio. Dopo il semi-putiferio derivante dalle dimissioni di Roberto Mancini arriva la decisione federale che ratifica in breve tempo la nomina di Spalletti a neo commissario tecnico. Convinti che lo stesso, dimissionario dalla panchina del Napoli dopo aver vinto uno storico scudetto, non fosse già in odore di maglia azzurra da qualche mese, certo è che la sua impresa titanica svolta sotto il Vesuvio poco lo aiuterà nella nuova impresa altrettanto impossibile: quella di risanare la nazionale italiana di calcio. Mancini aveva fatto bene e forse addirittura troppo bene vincendo incredibilmente un titolo europeo ma subito dopo la sua "voglia di Italia" lo aveva tradito, ed ecco le critiche di un mancato mondiale che condannava gli azzurri a stare a casa per la seconda volta consecutiva. Mancini, subito dopo la vittoria dell'Europeo, aveva avuto il calcio di rigore delle dimissioni con honorem ma a quanto sembra il legame azzurro era troppo profondo. Ecco quindi arrivare ora il buon toscano di Luciano Spalletti con i suoi pro ed i suoi contro. Pro, certamente una grande idea di gioco, la motivazione dettata dalla strabiliante vittoria del campionato con il Napoli e la sua innata simpatia umana che lo contraddistinguono da sempre. Contro, nessuna esperienza alla guida di una nazionale, poche ore sul campo per impostare il suo gioco e la scarsa esperienza agli altissimi livelli. Marcello Lippi ci ha dimostrato nel 2006 che in un mondiale l'allenatore conta moltissimo ed è molto più risolutivo che in un'intera stagione. Cosa dire adesso? Certamente auguriamo il meglio a mister Spalletti, al quale spetta il difficile compito di risanare non solo una nazionale ma un intero movimento in fittissima crisi.
21/08/2023
di Antonio Gui
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