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ORFANI DI FEMMINICIDIO: IL DOPPIO PESO DEL DOLORE

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La violenza contro le donne e il femminicidio rappresentano una piaga sociale che lascia dietro di sé non solo vite spezzate, ma anche un'eredità dolorosa per i più giovani. Secondo i dati forniti da "Con i Bambini", uno su tre degli orfani di femminicidio ha assistito direttamente alla morte della madre, un trauma che li segna profondamente. In questo contesto, l'iniziativa "A braccia aperte" si configura come una luce di speranza per questi giovani, cercando di offrire loro sostegno e un percorso di rinascita.

La Realta' degli "Orfani Speciali":

I cosiddetti "orfani speciali" sono i figli delle vittime di femminicidio, una categoria di giovani doppiamente orfani a causa della perdita di uno dei genitori per mano dell'altro coniuge. Non solo devono affrontare la tragedia della perdita, ma spesso si trovano anche a perdere ogni contatto con il genitore rimasto, creando una situazione di isolamento e dolore prolungato.

Il Sostegno di "Con i Bambini":

"Con i Bambini", nel quadro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha avviato "A braccia aperte", un'importante iniziativa volta a offrire sostegno psicologico e materiale a questi giovani orfani. Attualmente, 157 ragazzi sono già stati coinvolti nei quattro progetti finanziati dall'organizzazione, mentre altri 260 presto inizieranno il loro percorso di sostegno.

Le Conseguenze Psicologiche:

La verità spesso dolorosa sul femminicidio è un peso che questi giovani devono portare. Molti di loro soffrono di una sindrome nota come child traumatic grief, in cui la sofferenza e la reazione al trauma li rendono incapaci di elaborare adeguatamente il lutto, intrappolandoli in uno stato di dolore cronico. Il sostegno offerto dai progetti di "Con i Bambini" gioca un ruolo cruciale nel favorire la comprensione e la gestione di queste difficoltà psicologiche.

Le Difficoltà Logistiche:

Attualmente, il 42% degli orfani di femminicidio vive in famiglie affidatarie, il 10% in comunità e il 10% con una coppia convivente. Solo il 5% è stato dato in adozione. L'83% delle famiglie che ospitano questi giovani fatica a raggiungere la fine del mese, e il 52% riceve misure di sostegno al reddito. Questi dati mettono in luce l'urgenza di affrontare non solo le sfide psicologiche, ma anche quelle logistiche che queste famiglie affrontano quotidianamente.

La lotta contro la violenza sulle donne e il femminicidio deve includere anche il sostegno a coloro che rimangono indifesi di fronte a queste tragedie. "A braccia aperte" rappresenta un passo nella giusta direzione, ma è necessario un impegno continuo per garantire che nessun giovane debba portare da solo il peso dell'orfanezza causata dalla violenza domestica. Solo attraverso l'attenzione, la comprensione e il sostegno possiamo sperare di rompere il ciclo di dolore che questi giovani devono affrontare.

20/11/2023

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