L’atleta iraniana Niloufar Mardani, membro della nazionale di pattinaggio di velocità, ha gareggiato e vinto in Turchia e per la sua premiazione ad Istambul non ha indossato il velo, mostrando una maglietta nera con scritto "Iran" per appoggiare le proteste che ormai a due mesi dalla morte della prima vittima Mahsa Amini imperversano nel suo Paese.
La protesta che sta dilagando anche oltre confine e a cui si uniscono costantemente volti noti della società tra giornalisti, professori, scrittori, atleti, artisti con lo slogan diventato manifesto “ Donna, Vita, Libertà” continua senza tregua per ottenere riforme sociali e istituzionali
La medesima cosa era accaduta un mese fa a Seul con protagonista un’altra atleta campionessa di arrampicata iraniana Elnaz Rekabi, che ha gareggiato senza velo e la sua esibizione ha fatto il giro del mondo mettendo in imbarazzo Teheran che è subito corso ai ripari “costringendo” l'atleta a esprimere pubbliche scuse in un video, lo stesso che anche Mardani ha dovuto fare, dichiarando di essere andata a gareggiare a titolo personale e non rappresentando il Paese e che il velo le sarebbe caduto togliendo il caschetto.
Un fatto gravissimo visto la palese costrizione imposta alle atlete, con minacce anche alle famiglie, di un assurdo, estorto, dietrofront ; e anche in luce di questo che le donne, ma anche gli uomini iraniani non devono essere lasciati soli in questa lotta e la comunità internazionale dovrebbe intervenire al loro fianco per non permettere queste
10/11/2022
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