Si è conclusa la fase degli interrogatori di garanzia per i quattro giovani maggiorenni coinvolti nella terribile violenza di gruppo ai danni di una ragazza di soli 13 anni nel parco di Villa Bellini, a Catania. La procura ha chiesto l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per quattro degli indagati, mentre il quinto è agli arresti domiciliari per aver collaborato nelle prime fasi delle indagini.
L'avvocato Alessandro Fidone, difensore di due degli indagati, ha riferito che uno dei suoi assistiti ha scelto di non rispondere, mentre l'altro si è detto estraneo ai fatti, pur riconoscendo di essere stato presente sul luogo dell'aggressione. Nel frattempo, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita ha richiesto la convalida del provvedimento e l'emanazione dell'ordinanza di custodia cautelare.
Il gruppo è composto da giovani di origine egiziana, e le indagini dei Carabinieri sono scattate grazie all'analisi delle immagini delle telecamere di sicurezza nella zona e al sequestro degli abiti della vittima, nonché dei campioni biologici. Le tracce ematiche, seminali e salivari hanno permesso di identificare i responsabili, con un "match" positivo nel caso del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne.
La ragazza, dopo essere stata brutalmente aggredita, è riuscita a fuggire insieme al fidanzato, chiedendo aiuto nella frequentata via Etnea. Le indagini hanno portato all'arresto di sette giovani, di cui tre sono minorenni.
L'indagine ha evidenziato che il gruppo si sarebbe diviso durante l'aggressione, con alcuni membri che avrebbero trattenuto e picchiato il 17enne, costringendolo ad assistere impotente agli abusi, mentre altri avrebbero violentato la giovane ragazza nei bagni pubblici.
Il coinvolgimento della comunità egiziana ha sollevato l'attenzione delle autorità, portando all'ordine della Procura di effettuare uno screening nelle comunità di accoglienza. Le dichiarazioni della vittima, determinata a ottenere giustizia nonostante il trauma subito, hanno giocato un ruolo cruciale nelle indagini.
La comunità attende ora lo sviluppo delle indagini e la decisione del giudice, mentre l'orrore di questo grave episodio richiama l'attenzione sulla necessità di affrontare e prevenire la violenza di genere, sensibilizzando l'opinione pubblica su questa piaga sociale.
05/02/2024
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