Mentre il 2024 si avvia verso la sua conclusione, il WWF traccia un bilancio ambientale che lascia poco spazio all'ottimismo. I giovani, che rappresentano la generazione più coinvolta e preoccupata per il futuro del Pianeta, devono affrontare una realtà fatta di sfide gigantesche e solo poche, seppur significative, buone notizie.
Le luci e le ombre del 2024
Partiamo dalle buone notizie: il Pianeta continua a sorprenderci con la sua straordinaria resilienza e biodiversità. Nelle isole Salomone, nel Pacifico, è stata scoperta una barriera corallina gigantesca, antica di oltre 300 anni, visibile addirittura dallo spazio. In Africa, nel bacino del Congo, sono state catalogate 742 nuove specie animali e vegetali, mentre nella regione del Mekong, in Asia, ne sono state individuate 234. Anche in Europa c'è un piccolo segnale positivo: la popolazione della lince iberica, un animale rarissimo, sta finalmente aumentando.
Dal punto di vista istituzionale, una delle notizie più incoraggianti arriva dall'Europa con l'approvazione della "Nature Restoration Law", una legge che obbliga gli Stati membri a rigenerare gli habitat naturali degradati entro il 2030. In Italia, invece, si registra una crescita dell'uso di energie rinnovabili e un aumento del numero di persone che adottano diete vegane o vegetariane, un cambio culturale che potrebbe alleggerire l'impatto ambientale dell'industria alimentare.
Il lato oscuro: il Pianeta grida aiuto
Eppure, le buone notizie non riescono a bilanciare un quadro generale drammatico. Il 2024 si conferma come l'anno più caldo mai registrato, con la temperatura globale media che potrebbe superare per la prima volta la soglia simbolica di +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. Questo significa eventi climatici estremi sempre più frequenti e devastanti, come incendi, inondazioni e siccità.
Sul fronte politico, i grandi vertici internazionali si sono rivelati deludenti. La Cop29 di Baku sul clima non ha portato a un significativo aumento degli stanziamenti per i Paesi in via di sviluppo, lasciando molte promesse inevase. La Cop16 sulla biodiversità, tenutasi in Colombia, non è riuscita a trovare un accordo per garantire i finanziamenti necessari alla tutela degli ecosistemi, rinviando ogni decisione al prossimo incontro previsto a febbraio a Roma.
Anche in Europa, il Green Deal sembra perdere slancio. Le pressioni degli agricoltori e il ritorno alle priorità economiche nazionali hanno indebolito gli impegni sulla biodiversità nella nuova PAC (Politica Agricola Comune) 2023-2027.
Cosa possiamo fare noi giovani?
Il messaggio è chiaro: non possiamo aspettare che siano i governi a risolvere tutto. Ogni piccolo gesto conta, dall’adozione di abitudini più sostenibili al partecipare attivamente ai movimenti per il clima. Non è solo un problema degli ambientalisti: è una questione di giustizia generazionale.
Se il 2024 è stato un anno difficile per il Pianeta, dobbiamo fare in modo che il 2025 sia diverso. La Terra ci sta mandando segnali sempre più chiari. Sta a noi ascoltarli, agire e pretendere dai nostri leader le decisioni necessarie per un futuro più verde.
Quindi, ragazzi: informatevi, parlatene, siate il cambiamento che volete vedere. La sfida è immensa, ma insieme possiamo farcela. ??
02/01/2025
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