Questo splendido aforisma attribuito a Leonardo Da Vinci è diventato il motto dei cadetti che solcano i ponti della nave scuola Amerigo Vespucci e non è difficile notarlo sullo stipite della porta che porta sotto coperta, sul ponte del veliero, fiore all'occhiello della Marina Italiana.
In questo motto è racchiusa tanta sagacia e infinita saggezza, un vero e proprio invito a non fermarsi al primo passo di una grande impresa, un'eterna lotta contro le insidie che si nascondono lungo le rotte che la vita disegna e un elogio della perseveranza, virtù umana a molti concessa e da pochi scoperta.
Una celebre frase che dovrebbe essere scolpita nel cuore di ognuno di noi, colpevoli di aver distrutto e dissipato l’enorme patrimonio che avevamo ricevuto in eredità dai nostri nonni, una natura che si sta rivoltando contro l'intera umanità; e proprio sulla Vespucci veniamo invitati alla navigazione antica, a vele spiegate, dove l'unico carburante è il vento e dove la natura ci diventa amica.
Ma questa esperienza rimane purtroppo, una sfida per pochi eletti, per quel gruppo di uomini e donne che hanno il privilegio di salire a bordo di quella nave e leggere la frase di ottone che brilla sul legno e che recita:«Non chi comincia, ma quel che persevera».
03/01/2021
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