Con la scomparsa di Arnaldo Forlani, storico esponente della Democrazia Cristiana,
si dice forse definitivamente fine a ciò che era e cosa ha significato la Democrazia
Cristiana per la storia italiana. Con Forlani, si chiude il noto C.A.F. ( Craxi, Andreotti,
Forlani ). Forlani nacque a Pesaro nel lontano 1925 e nelle sue Marche ha iniziato la
sua carriera politica. Laureatosi in giurisprudenza all’università di Urbino, entrò in
politica nel ’48 e nel ’54 entrò a far parte della direzione nazionale del partito, vicino
alla corrente Fanfani. Nel 1962 fu eletto vicesegretario della Dc e con un altro
storico esponente della Dc, Ciriaco de Mita, al convegno di San Genesio lanciarono la
rottamazione, era un altro modo di fare politica. Nel ’69 venne eletto segretario
della Dc, carica che manterrà fino al 1973 per poi riassumerla dall’89 fino al ’92. Più
volte ministro, ministro delle partecipazioni statali e ministro della difesa e degli
esteri nel iii e iv governo Andreotti. Nel 1980 venne nominato Presidente del
Consiglio, anni difficili anni di cambiamenti, durante il suo governo avvenne
l’attentato da parte dell’attentatore Ali Agca a Papa Giovanni Paolo ii. L’esperienza
di Forlani alla guida governo finì nel 1981 a causa delle indagini della Loggia
massonica P2. Nel 1992 arrivò vicino a diventare Presidente della Repubblica che gli
sfuggì per 30 voti. Ma quel ’92 fu anche l’anno della sua caduta, Forlani era imputato
al processo Enimont e si ritrovò in tribunale davanti al giudice di Pietro ed e lo si vide
in difficoltà, fu condannato a 2 anni e 4 mesi per finanziamento illecito scontati in
servizi sociali. Forlani dopo oltre 35 anni in parlamento finì la sua carriera politica al
Parlamento Europeo tra le file del Partito Popolare Europeo. La scomparsa di Forlani
chiude un’era fatta di contraddizioni ma un’era Politica.
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