Di fronte all’ennesimo abuso, Alex si trovò a dover scegliere tra la paura e il coraggio. Ora, a 22 anni, dopo un lungo calvario giudiziario, il giovane vuole tornare a vivere.
TORINO – Una sentenza attesa da anni ha finalmente scritto la parola “fine” su una vicenda che ha segnato per sempre la vita di Alex Cotoia. La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha assolto il ragazzo, accusato di aver ucciso suo padre nel 2020 per difendere la madre durante un’aggressione. La storia, iniziata con un gesto disperato, si è conclusa con la conferma della sua innocenza.
All’epoca dei fatti, Alex aveva solo 18 anni. La sera dell’omicidio, il padre, un uomo di 50 anni con una lunga storia di violenze familiari, stava aggredendo la madre. In un momento di terrore e protezione, Alex colpì il genitore con 34 coltellate per difenderla. Dopo un’iniziale assoluzione in primo grado, il giovane era stato condannato a sei anni e due mesi in appello. Tuttavia, la Cassazione aveva ordinato un nuovo processo, che ora lo ha definitivamente assolto.
“Ora voglio tornare alla normalità”
Alex, oggi 22enne, guarda avanti con determinazione. "Metabolizzo sempre dopo", ha raccontato dopo la sentenza, visibilmente sollevato. "Ora voglio tornare alla normalità: continuare gli studi, trovare il mio posto nel mondo, qui o all’estero". Tra i suoi desideri, c’è anche il momento di festeggiare con la sua cagnolina Zoe, che lo ha accompagnato nei momenti più bui.
Un calvario giudiziario concluso
“Siamo davvero contenti che sia finito un calvario giudiziario”, ha dichiarato Claudio Strata, l’avvocato di Alex. “Finalmente Alex potrà essere lasciato in pace. Non ha praticamente ancora vissuto”. Il legale ha sottolineato la durezza della pubblica accusa, che aveva schierato ogni risorsa per ottenere una condanna, senza però riuscire a dimostrare la colpevolezza del ragazzo.
La vicenda di Alex è emblematica non solo per la drammaticità degli eventi, ma anche per il dibattito che ha sollevato sul tema della violenza domestica e del diritto alla difesa.
Un messaggio per i giovani
Questa storia non è solo una cronaca di dolore e speranza, ma un monito e una riflessione per tanti giovani che vivono situazioni difficili. Alex ha dimostrato coraggio nel proteggere chi ama, ma ha anche vissuto le conseguenze di un gesto disperato. Oggi, la sua assoluzione gli restituisce la libertà di costruire un futuro.
A tutti noi, soprattutto ai più giovani, lascia una domanda importante: come possiamo riconoscere, prevenire e combattere la violenza prima che sia troppo tardi? La storia di Alex non deve essere dimenticata, ma trasformata in un messaggio di solidarietà, attenzione e forza.
Bentornato, Alex. Ora il mondo è di nuovo tuo.
13/01/2025
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