Il panorama legislativo italiano si prepara a un'importante evoluzione nel settore della cyber sicurezza, con emendamenti proposti al disegno di legge in esame nelle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera. Tra le proposte più significative, spiccano quelle presentate dal deputato Enrico Costa di Azione e dalla parlamentare Maria Elena Boschi di Italia Viva, che potrebbero avere un impatto diretto sulla diffusione di informazioni di origine illecita e sul lavoro giornalistico.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda la punibilità per chiunque diffonda informazioni conoscendone la provenienza illecita. Secondo le proposte di Costa, chiunque divulghi informazioni di questo genere potrebbe rischiare fino a 3 anni di carcere. Inoltre, si sta discutendo anche di una stretta sull'accesso alle banche dati, con l'introduzione di nuove norme che limiterebbero l'accesso a queste risorse solo a tecnici selezionati e autorizzati, al fine di prevenire abusi come quelli emersi nell'inchiesta sull'ufficiale della Guardia di Finanza Pasquale Striano.
Costa, noto anche per essere l'autore della cosiddetta 'legge bavaglio', sta proponendo anche limitazioni sull'uso del Trojan, un sistema di captazione informatica invasivo, che vorrebbe fosse autorizzato solo da un giudice collegiale e non per i reati contro la Pubblica Amministrazione. Inoltre, si sta discutendo la possibilità di introdurre requisiti più stringenti per avviare intercettazioni in caso di reati di cyber sicurezza, equiparandoli a quelli previsti per i reati di mafia e terrorismo.
Ma non è solo Costa a proporre emendamenti significativi. Anche Maria Elena Boschi ha presentato proposte che potrebbero impattare sul lavoro giornalistico e sulla diffusione di informazioni illecite. Boschi propone il carcere da 1 a 3 anni per chi accede abusivamente ad atti del processo penale e vuole introdurre nuovi articoli al codice penale per punire anche chi detiene e rivela atti acquisiti illecitamente.
Questa stretta legislativa potrebbe sollevare interrogativi sulle libertà di stampa e di informazione, specialmente per i giornalisti che potrebbero trovarsi a dover valutare con attenzione la provenienza delle informazioni che trattano. Se da un lato è importante combattere la diffusione di informazioni ottenute illegalmente, dall'altro è essenziale garantire la libertà di espressione e il diritto di cronaca.
In conclusione, mentre il dibattito sulla cyber sicurezza e sulla protezione delle informazioni continua, è fondamentale trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà di informazione, garantendo che le nuove leggi non limitino eccessivamente il lavoro giornalistico e il diritto del pubblico di essere informato.
13/04/2024
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