La scuola in Italia è in piena crisi. Nonostante i fondi del PNRR, le disuguaglianze nei servizi educativi continuano a crescere, con un impatto devastante sui percorsi di crescita dei giovani, soprattutto nel Sud e nelle Isole. L’allarme arriva da Save the Children, che nel nuovo rapporto "Scuole disuguali" mette in luce le difficoltà che la scuola italiana affronta nel garantire pari opportunità a tutti.
Tempo pieno e mense: un privilegio per pochi
Solo due bambini su cinque nelle scuole primarie hanno accesso al tempo pieno, e meno della metà degli studenti delle scuole primarie e secondarie possono usufruire di una mensa scolastica. Questa situazione peggiora nelle regioni meridionali, dove l’accesso a questi servizi è decisamente sotto la media nazionale. Mentre al Nord alcune province raggiungono percentuali di accesso alle mense superiori al 70%, gran parte del Sud resta indietro, con meno del 36,9% di accesso ai servizi essenziali.
Palestre scolastiche: un lusso per molte scuole
Anche la situazione delle palestre non è confortante: meno della metà delle scuole in Italia dispone di una palestra. Nonostante il PNRR abbia destinato il 62,8% degli interventi per la costruzione o riqualificazione delle palestre nelle regioni del Sud e nelle Isole, il divario resta evidente. Le province più svantaggiate, come Messina e Catania, hanno ricevuto fondi, ma sono ancora lontane dall’offrire le stesse opportunità delle regioni settentrionali.
La chiamata all'azione di Save the Children
Per affrontare questa emergenza educativa, Save the Children chiede al Governo di intervenire immediatamente. La proposta è quella di definire e finanziare i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), garantendo servizi come la mensa scolastica e il tempo pieno a tutti i bambini, indipendentemente dalla regione di appartenenza. Inoltre, è necessario un piano di riforme strutturali per evitare che l’autonomia differenziata aggravi ulteriormente le disuguaglianze.
Sport e povertà: un binomio preoccupante
Il divario si estende anche allo sport. In Italia, un minorenne su tre proveniente da famiglie con scarse risorse economiche non pratica attività sportiva. Tra gli adolescenti, il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. È chiaro che i fondi del PNRR, pur rappresentando un primo passo, non sono sufficienti. Raffaela Milano, direttrice ricerca di Save the Children Italia, sottolinea l’urgenza di un’analisi di impatto sulla povertà educativa degli investimenti fatti finora, per garantire che davvero nessun giovane venga lasciato indietro.
La scuola dovrebbe essere il motore di cambiamento per il futuro, ma senza interventi mirati e concreti, rischia di diventare l’ennesimo fattore di disuguaglianza. La sfida è grande, ma il momento di agire è adesso.
05/09/2024
Inserisci un commento