Sergio Abrignani, l’immunologo dell’università Statale di Milano e membro del Cts, in un’intervista a ‘La Repubblica’ ha dichiarato che per consentire al più presto, la ripartenza della scuola in presenza e in tutta sicurezza, è stata presentata al governo la proposta di effettuare i test salivari a tutti gli studenti.
Secondo il professore: “I test salivari non sono invasivi come i tamponi nasali. Sono antigenici, quindi rapidi, e molto semplici da eseguire. Danno il risultato in cinque minuti”. L’Immunologo, precisa che nonostante non siano affidabili quanto i tamponi molecolari, siano molto più maneggevoli nel caso di screening di una platea così ampia.
L’idea è quella di fare i test, più volte durante la settimana, non solo agli studenti ma anche, per esempio, a coloro che non possono svolgere il proprio lavoro in Smart working. Potrebbero essere impiegati addirittura, per favorire la ripresa dell’economia, effettuando i test, per esempio, prima di accedere ai ristoranti, a teatro o al cinema.
Una misura simile è già partita in Gran Bretagna, con l’obiettivo di individuare tempestivamente gli asintomatici e limitare così lo sviluppo di nuovi focolai. Qui, la proposta sollevò numero critiche, in quanto ritenuta notevolmente dispendiosa. Abrignani, precisa che, acquistando grandi quantitativi di test salivari, si arriverebbe a spendere non più di quattro o cinque euro, ciascuno.
Poi conclude con un pensiero rivolto ai tanti studenti che chiedono insistentemente di tornare a scuola in presenza. Egli, seppur consapevole che non ci sia un pensiero condiviso da tutta la comunità scientifica, sostiene che la scuola è luogo di assembramento, quindi, i rischi di contagio sono troppo elevati.
20/04/2021
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