Secondo i dati diffusi da ANPAL, i navigator hanno un’età media di 35 anni, il 54 per cento sono donne, circa il 10 per cento ha anche un’attività da lavoratore autonomo, e sono tutti laureati con un voto medio di 107.
Il loro contratto prevede una retribuzione di 27mila euro lordi all’anno, circa 1.400 euro al mese, più trecento euro di rimborso spese. Hanno in dotazione un iPad e un personal computer.
La parola “navigator” entrò nel dibattito pubblico alla fine del 2018, quando Luigi Di Maio ne parlò durante una puntata di Porta a Porta . Di Maio spiegò che i navigator sarebbero stati dei “facilitatori”, assunti per lavorare nei Centri per l’impiego con il compito di aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare un lavoro.
Dopo un’articolata selezione, ne furono assunti 2.978 e distribuiti nei Centri per l’impiego in tutta Italia sulla base della popolazione residente. Il contratto dei navigator è iniziato il 31 luglio 2019 quando venne organizzato un incontro formativo nella sala Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma.
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, 308 navigator hanno cambiato lavoro, quindi al momento sono 2.670 i consulenti operativi nei Centri per l’impiego. L’investimento totale dello stato è di circa 180 milioni di euro. Il loro impiego sembra essere ancora necessario fino alla fine del 2021, soprattutto nel momento in cui si sospenderà il blocco dei licenziamenti.
Ma tutti gli esperti non danno una continuità di servizio per i navigator, si pensa possano scomparire col tempo, tranne ché come spesso succede le precarietà in Italia diventano ordinarietà e si potrebbero trasformare in stabili figure
26/04/2021
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