Uno studio condotto dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova, mediante un questionario anonimo ha portato alla luce quali siano stati gli effetti della pandemia sugli stili di vita dei ragazzi.
Il sondaggio è stato sottoposto a oltre cinquemila giovani che frequentano il quinto anno delle scuole superiore di Veneto, Puglia e Campania. In oltre un anno, da quando è scoppiata la crisi sanitaria, sono stati in tantissimi ad aver risentito delle numerose limitazioni che hanno influito enormemente anche sulla loro sessualità.
L’analisi condotta confrontano le abitudini dei ragazzi in era pre-Covid con quelli odierni, ha evidenziato una “maggiore incertezza sull’orientamento sessuale”. Se nel 2018-19 l’8% dei ragazzi, dichiarava di non essere eterosessuale, nel 2020-21, lo dichiarano il 15%; anche le ragazze affermano di non aver un orientamento definito, passando dal 22% al 29% nel 2020-21.
A causa dell’obbligo di rimanere in casa, le conoscenze sui diversi siti di incontri e il sesso su internet sono raddoppiati, passando dal 5% al 10%. Se prima del Covid, a collegarsi ai siti porno era l’89% dei maschi, nell’ultimo anno dichiara di collegarvisi anche il 30% delle ragazze.
L’aumento delle ore trascorse sul web, ha portato anche all’aumento, per entrambe le categorie, del cybersex , + 6%, del sexting 34%, e atti di cyberbullismo, + 40% per i maschi e + 25% per le femmine. Lo studio ha dimostrato che durante la pandemia, il senso di solitudine dei maschi è raddoppiato.
Sul piano salutistico, però la situazione sembra essere migliorata, in quanto molti giovani dichiarano di seguire un’alimentazione più sana, l’utilizzo delle sostanze stupefacenti e dei superalcolici, è sceso dal 40% al 25%, anche se l’attività fisica ne ha risentito, passando dal 50% al 30% dei ragazzi che praticano sport.
Il Prof.Carlo Foresta, a capo della Fondazione, ha dichiarato: “La pandemia ha cancellato una parte importante della socialità dei ragazzi. Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione, cioè Internet. Questo non può compensare le dinamiche reali dei rapporti sociali che si sviluppano a scuola in presenza”.
04/06/2021
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