A quasi tre anni dall’omicidio della sedicenne Desirèe Mariottini, avvenuto il 19 ottobre del 2018, i giudici della terza Corte di Assise di Roma, dopo oltre 7 ore di camera di consiglio, hanno emesso la sentenza contro i quattro imputati.
Nonostante i pm Maria Monteleone e Stefano Pizza, avevano chiesto l’ergastolo per tutti gli imputati, le accuse erano a seconda delle posizioni dall’omicidio volontario, alla violenza sessuale aggravata, alla cessione di droga a minori, i giudici hanno emesso sentenze differenti.
Mamadou Gara e Yussef Salia sono stati condannati all’ergastolo, Alinno Chima a 27 anni, mentre Brian Minthe a 24 anni e 6 mesi, ma che quest’ultimo non sconterà mai, in quanto, incredibilmente sono scaduti i termini di custodia cautelare.
Il corpo senza vita della giovane ragazza era stato ritrovato senza vita, in un edificio abbandonato nello storico quartiere romano di San Lorenzo. Secondo i pm, i quattro africani hanno fatto assumere alla ragazza un mix di psicofarmaci e droghe, risultato poi fatale, con il chiaro intento di stordirla e abusare a turno del suo corpo.
Ad aprile 2021, il gup condanna a 6 anni di reclusione, Antonella Fauntleroy, accusata di cessione di droga a minore. Barbara Mariottini, la mamma di Desirèe, totalmente insoddisfatta della sentenza, ha urlato: “Che possiate bruciare all’inferno!”. Poi aggiunge: “Era una bambina di 16 anni...l’hanno lasciata dopo 4 ore di agonia. Aspettavo una sentenza completamente diversa, mi aspettavo l’ergastolo per tutti. Sono molto arrabbiata”.
20/06/2021
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