Sembra non esserci via d’uscita per Patrick George Zaky, l’attivista e ricercatore egiziano, studente all’università di Bologna, che dal 7 febbraio del 2020, dopo esser tornato in Egitto per una visita alla sua famiglia, è stato arrestato e accusato di propaganda sovversiva e terrorismo.
Dal giorno del suo fermo, l’ordine di custodia cautelare è stato riconfermato numerose volte, e in Egitto la misura può durare fino a due anni. Purtroppo, in queste ore, il suo legale Hoda Nasrallah, ha comunicato che Patrik rimarrà ancora in carcere e, solo nelle prossime ore, verrà comunicata la durata.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che segue la vicenda del ragazzo sin dall’inizio, ha dichiarato: “Pare sempre più chiaro che la magistratura egiziana vuole tenere recluso Patrick, fino al massimo possibile, col rischio che vada a processo o che la detenzione si protragga ulteriormente per nuovi inventati capi d’accusa. Chiedo ai parlamentari che hanno votato, alla Camera e al Senato, per la cittadinanza italiana a Zaki, di farsi sentire e di cambiare la fallimentare strategia sin qui portata avanti nei confronti dell’Egitto”.
A luglio, la Camera ha approvato la mozione per concedere all’attivista, la cittadinanza italiana. E ciò, dovrebbe permettere al governo italiano di fare maggiori pressioni, affinché Patrick venga liberato.
24/08/2021
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