Il caso di Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa dai suoi familiari per essersi opposta al matrimonio combinato con un cugino residente nel Paese di origine, potrebbe essere arrivato alla svolta decisiva.
Il corpo della diciottenne, scomparsa il 30 aprile da Novellara in provincia di Reggio Emilia, secondo alcune testimonianze sembra sia stato fatto a pezzi. Le numerose indagini non hanno mai portato al ritrovamento dei resti, anche perché alcuni responsabili del terrificante gesto, che potrebbero fornire informazioni precise, sono irreperibili.
Grazie alle dichiarazioni del fratello minore, erano stati resi noti i primi macabri particolari, e mentre Ijaz Ikram, uno dei cugini, che si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda, è in carcere già da fine maggio, lo zio Danish Hasnain, considerato la mente dell’omicidio, è stato arrestato solo nelle scorse ore alle porte di Parigi, essendo latitante da mesi.
Dei genitori, Shabbar Abbas e la moglie Nazia Shaheen, indagati per l’assassinio di Saman, fino a due giorni fa, dopo esser tornati in Pakistan il primo maggio, se ne erano perse le tracce. Secondo le autorità pakistane, il padre e la madre sono stati rintracciati, ma nonostante siano ricercati dall’Interpol a livello internazionale, che equivale a una richiesta d’arresto provvisorio in qualunque parte del mondo, inspiegabilmente il governo italiano dovrà occuparsi del fermo. Intanto la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha firmato e trasmesso al Pakistan le due domande di estradizione per i genitori.
24/09/2021
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