Non si placano le polemiche sul caso della studentessa universitaria che, nei giorni scorsi, si è presentata ad una lezione presso l’ateneo di Bologna, sprovvista di Green pass.
Appena appresa la notizia che Silvia era priva del certificato verde, al rifiuto categorico di uscire dall’aula, rispettando il protocollo, la docente di psicologia cognitiva ha sospeso la lezione. La ragazza avrebbe potuto continuare a seguire le lezioni da casa, ma si è recata all’Università con l’intenzione di attirare l’attenzione mediatica, ritenendo anticostituzionale il divieto di seguire le lezioni in presenza.
L’accaduto ha fatto il giro del web, sollevando dibattiti e conflitti, soprattutto per l’evoluzione della vicenda, diventato un vero caso mediatico. La studentessa “no green pass” denuncia insulti, attacchi personali e minacce: “la ferocia del branco contro il singolo”. Invece, i suoi colleghi di Università smentiscono quanto riportato dalla ragazza, informando il rettore che lei stessa ha avuto, in diverse occasioni, un atteggiamento e un linguaggio aggressivo.
Riferendosi ad un suo compagno, “colpevole” di aver condiviso un’intervista della madre, Silvia avrebbe detto: “Alessandro, io capisco la tua volontà di allontanarti da una linea che non ti appartiene più, ma gradirei anche che, se proprio non riesci a fare a meno di essere un mezzo omuncolo, almeno non ti esprimi nei confronti di mia madre. Non me ne frega un ca**o, io sono tranquilla e pacifica, ma se non vuoi che la prossima volta che ti veda per strada, ti tiri una testata che ti faccia saltare i denti, ti consiglio di tenerti certe osservazioni. Buona serata”.
20/10/2021
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