La disperazione degli afghani che cercavano di fuggire da Kabul, a poche ore dal ritorno dei talebani, portò anche alcuni genitori, nell’attesa di recuperali poco dopo, ad affidare ai soldati americani i loro piccoli figli, molti dei quali erano dei neonati.
La foto di un militare che cullava un bimbo, passato attraverso il filo spinato, commosse il mondo. Ma non per tutti c’è stato un lieto fine. Nelle scorse ore, è emersa la notizia che Sohail Ahmadi, un bimbo di soli due mesi, nel caos delle operazioni, dopo esser stato consegnato ad un marine, è scomparso letteralmente nel nulla.
Per entrare in aeroporto, i suoi genitori impiegarono più di mezz’ora e una volta arrivati sono corsi a cercare il pargolo, ma di lui nessuna notizia. Il papà Mirza Ali Ahmadi, all’agenzia britannica Reuters, ha dichiarato: “Ho cercato ovunque per tre giorni, ho chiesto a più di venti persone, ma non parlo inglese e quindi non sono riuscito a sapere nemmeno il nome del comandante. Gli operatori Usa mi dicono che faranno del loro meglio per ritrovare Sohail, ma sono solo promesse”.
Per la ricerca di Sohail, un gruppo afghano, che opera a sostegno di rifugiati, ha lanciato un appello, “Missing baby”, pubblicando online una foto del piccolino. Nonostante l’interessamento del Dipartimento della Difesa, nessuno riesce a fornire chiarimenti a riguardo.
07/11/2021
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