Ci sono alcuni, come il Rijksmuseum di Amsterdam, che hanno messo a disposizione sul proprio sito i dipinti e i disegni in alta definizione. In Italia un’esperienza simile l’ha fatta il museo Egizio di Torino che concede all’internauta di scaricare liberamente immagini. Il piccolo Museo diocesano di Trento ha lanciato una campagna di raccolta di immagini e collezioni del lockdown, poi pubblicate su una piattaforma apposita.
L’obiettivo è lo stesso: catturare in tutti i modi l’attenzione del pubblico, che a causa della pandemia è rimasto chiuso in casa, e convincerlo a visitare il museo dal vivo. In Italia abbiamo quasi 5 mila musei, spesso sono piccoli e faticano più di altri a rinnovarsi. C’è ancora tanto lavoro da fare, la qualità degli strumenti tecnologici è ancora scarsa. Le persone non si stanno disaffezionando alle mostre in presenza, ma digitale e reale devono procedere parallelamente.
Dopo un momento di iniziale smarrimento i musei si sono attivati, soprattutto nella seconda parte dell’emergenza sanitaria, con l’elaborazione di proposte digitali. C’è stato chi ha lavorato sull’offerta didattica e altri musei che hanno investito sul rinnovo del sito web o la realizzazione di app. Numerosi anche gli istituti che hanno utilizzato podcast per rimanere in contatto con i visitatori. Ci sono tanti progetti di digitalizzazione per la realizzazione di tour virtuali, ma non sempre la qualità è buona. Importante è assicurarsi per esempio che ci sia una sinergia tra il sito web e i profili sui social network e che venga garantita l’accessibilità e la comprensibilità dei contenuti.
L’Agenzia per l’Italia digitale ha già messo a disposizione linee guida che servono non solo agli sviluppatori ma anche a chi li gestisce. La regola principale è quella di garantire un’identità del museo e una diversificazione dei target, con sezioni per adulti, per adolescenti, per bambini e per anziani.
Anche con la visita online si può invogliare il visitatore a visitare fisicamente il museo e viceversa quando si ha il visitatore all’interno del museo lo si può invitare ad approfondire alcuni aspetti in un’altra modalità. Queste due esperienze si possono, anzi si devono integrare.
03/03/2021
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