Hanno visto i ricavi esplodere l’anno scorso con fatturati raddoppiati se non triplicati sul 2019, ma hanno finito per pagare le stesse tasse di prima dell’exploit delle vendite. Quello che appare come un paradosso è invece il caso delle filiali italiane di Google e Facebook che in questo modo, di fatto, sono riuscite ad aggirare l’accordo con il Fisco che prevedeva, dopo le transazioni degli anni scorsi per imposte non pagate per 306 milioni per Google e di 100 milioni per Facebook, di pagare le imposte su tutti i redditi realizzati in Italia.
E così quella che doveva essere la chiave di volta, dopo le inchieste della Procura sull’elusione fiscale che avevano portato all’accordo con l’Erario, e cioè iscrivere a bilancio tutte le attività e i redditi prodotti nel nostro Paese su cui pagare le imposte, è naufragata miseramente grazie a una banale operazione contabile.
Questa l'analisi di "Altreconomia" che ha messo in evidenza come le divisioni italiane dei due colossi spostano i ricavi verso l'Irlanda acquistando servizi dalle sedi dublinesi. Il tutto nonostante un accordo con il fisco italiano per cui avrebbero dovuto pagare le imposte sui proventi della attività realizzate nel paese. Ma a dire l’ultima parola sulla correttezza delle operazioni riportate a bilancio sarà l’Agenzia delle Entrate
05/10/2021
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