Il “caso Pantani“, ovvero l’insieme dei fatti che hanno portato alla morte del fuoriclasse romagnolo del ciclismo il 14 febbraio del 2004, è stato nuovamente riaperto. Il corpo senza vita del campione di ciclismo fu trovato oltre 17 anni fa nel residence Le Rose di Rimini.
Si tratta di un fascicolo per omicidio, contro ignoti, aperto dopo l’invio dell’informativa della commissione parlamentare antimafia alla Procura riminese, nel 2019. Lo riportano quotidiani locali e la notizia è confermata all’Ansa dall’avvocato Fiorenzo Alessi, difensore della famiglia Pantani. Nel 2016 l’inchiesta bis fu archiviata e l’omicidio escluso. Recentemente la madre del Pirata, Tonina Belletti, è stata sentita in Procura.
Dunque un fascicolo contro ignoti, ma nonostante per due anni si sia solo parlato di congetture, adesso l'accusa è quella di omicidio.
Due anni fa però le deposizioni di Fabio Miradossa, spacciatore del ciclista dell'inchiesta condotta dalla commissione antimafia produssero nuovi forti dubbi. Mentre l'ex generale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, consulente della famiglia Pantani riferendosi ad alcune tracce di sangue al momento del ritrovamento del cadavere disse che era difficile pensare che il braccio fosse stato spostato dal ciclista in quel modo.
Le dichiarazioni di Miradossa e di altri testimoni sono state secretate, i verbali sono comunque arrivati fino alla Procura di Rimini che alla luce di nuovi elementi ha aperto una terza inchiesta.
27/11/2021
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